In questa intervista esploreremo con Silvia Gilotta una delle iniziative più interessanti in Italia e nel mondo sul tema della usability (usabilità), il World Usability Day, che quest'anno nel nostro paese si proporrà in una veste inedita, grazie ad un'importante sinergia con la Società Italiana di Ergonomia a livello nazionale.


 

Chi è Silvia Gilotta

Silvia Gilotta è fondatrice di Adequat, società di consulenza che accompagna le aziende nei percorsi di innovazione, applicando la progettazione centrata sulle persone nella realizzazione di processi, artefatti e tecnologie in ambito HCI e HMI.

È Presidente del SIE Piemonte ed organizzatrice del wud Torino dal 2014.

 

Che cosa significa WUD?

WUD sta per World Usability Day, ovvero la giornata mondiale della usabilità, e cade ogni anno nel secondo giovedì del mese di novembre, quest’anno l’11 novembre.

 

Cosa è la Usability?

È uno degli aspetti fondamentali dell’interazione con un artefatto, sia esso una tecnologia, un’interfaccia, un sito, un oggetto.

Un artefatto è usabile quando ha certe caratteristiche, quali la facilità d’uso, l’utilità, etc.

Guardando più in profondità, vi è usabilità in un artefatto quando uno, o più di uno, specifico utilizzatore utilizza quell’artefatto con efficacia, efficienza e soddisfazione, all’interno di un contesto specifico e in relazione a un compito con obiettivi e tempi definiti.

 

Per quale ragione questo peso del contesto? Cosa intendiamo per contesto?

Quando si parla di usabilità, questa è sempre riferita ad un contesto specifico, che può essere un contesto di vita quotidiana, un contesto di lavoro, di cura, ludico o di apprendimento e così via. Ogni contesto porta in sé certe caratteristiche, certe istanze e certe richieste, regole e/o procedure, obiettivi e tempi che hanno impatto sulle attività e sui compiti delle persone.

In un contesto di apprendimento il compito principale sarà quello di che gli utenti imparino qualcosa, mentre in un contesto ludico che si divertano giocando, e in un contesto lavorativo che sviluppi una performance in linea con le aspettative del contesto organizzativo.

E all’interno di un contesto ci sono persone. Si pensi al contesto di lavoro: ci sono delle persone che, per portare avanti degli obiettivi organizzativi, lavorano in quel contesto specifico con le proprie competenze ma anche con degli strumenti, e questi strumenti risultano essere usabili nella misura in cui aiutano la persona a raggiungere il proprio obiettivo e il più ampio obiettivo all’interno dell’organizzazione, con efficacia, efficienza e soddisfazione.

 

Come specialista di ergonomia cognitiva questo aspetto del raggiungimento dell’obiettivo ti interessa particolarmente…

Sì, in quanto la misura con cui raggiungiamo l’obiettivo – ovvero se l’obiettivo è raggiunto soltanto parzialmente o completamente – è legato alle risorse, quindi alle risorse temporali, alle risorse economiche e anche alle risorse cognitive.

La risorsa cognitiva più preziosa che abbiamo è l’attenzione, e io – da psicologa che si occupa tendenzialmente dell’interazione uomo macchina – valuto l’usabilità di uno strumento anche da quanta attenzione l’utilizzatore è costretto a mettere nell’elaborazione dell’informazione per utilizzare quello strumento e arrivare all’obiettivo.

 

Come nasce il WUD World Usability Day?

Il wud è un’idea dell’organizzazione internazionale UXPA User Experience Professional Association. Questa organizzazione, attraverso la piattaforma worldusabilityday.org, lancia ogni anno, un tema per la giornata mondiale della usabilità, e a quel tema le associazioni locali nei vari paesi possono aderire se interessate ed organizzare eventi per approfondire il tema.

 

World Usability Day, Torino 2015

 

E come si trasferisce questo tema a livello locale?

In Italia noi della sezione Piemonte e Valle d’Aosta di SIE Società Italiana di Ergonomia siamo sempre stati pronti nell’accogliere e sviluppare i temi lanciati a livello internazionale dal WUD.org.

Questo è avvenuto sin dal 2014, anno in cui l’allora Presidente della SIE Piemonte, Antonella Frisiello, anche lei specializzata in ergonomia cognitiva e UX design, ha voluto organizzare l’evento a Torino, dato il forte interesse per l’usabilità della nostra comunità scientifico-professionale.

Anche quando in seguito sono subentrata io come Presidente della SIE Piemonte, l’adesione annuale al wud è sempre continuata regolarmente con il wud Torino.

Poi lo scorso anno c’è stata una svolta importante.

 

Una svolta legata all’emergenza Covid-19?

Esatto. Nel 2020 l’evento wud Torino non poteva più svolgere con degli incontri fisici, e così siamo dovuti passare ad una modalità di discussioni, incontri e progetti a distanza.

Dal momento di emergenza è nato un approccio molto interessante, perché abbiamo potuto coinvolgere altre sezioni territoriali della Società Italiana di Ergonomia, esattamente SIE Emilia-Romagna e SIE Umbria-Marche, SIE Lombardia-Liguria.

È nato così in Italia un evento wud che non era più soltanto wud Torino come in passato. È stato un passo in avanti importante, che ci ha incoraggiato, anche perché al successo delle dirette online è seguito un certo interesse del pubblico verso il canale Youtube nel quale abbiamo raccolto i video degli eventi wud 2020 e dei successivi “Giovedì dell’Ergonomia”, eventi settimanali che abbiamo ideato a valle dell’esperienza positiva del wud 2020.

 

E il WUD World Usability Day allargato del 2020 a cosa ha portato?

Ha portato, per il 2021, a organizzare il primo wud in Italia che non è più soltanto il wud di una o più sezioni territoriali della SIE ma evento dell’intera SIE.
E così, insieme con ergonomi come Angelo Rondi, Presidente della sezione Umbria-Marche della SIE, e che del wudSIE 2021 sarà coordinatore del comitato, abbiamo dato vita ad un progetto ben più ambizioso rispetto alle edizioni precedenti, ma che consentirà un salto di qualità e di approfondimento impensabile negli anni passati.

 

 

Hai detto che ogni anno il WUD World Usability Day propone un tema, diciamo una design challenge. Qual è il tema di quest’anno?

Il tema lanciato è la “progettazione del nostro mondo on line”, e noi lo abbiamo declinato sulla telemedicina nelle cure domiciliari, di grande attualità, e quindi come si svilupperà in futuro la cura della nostra salute grazie alle nuove tecnologie anche nostre case.

 

Cosa accadrà l’11 novembre?

Ci sarà un evento in diretta, nel quale si discuterà con esperti sule migliori esperienze e sulle opportunità future per le cure da remoto tramite la tecnologia.

Si arriverà a questo appuntamento dopo una serie di attività ricerca che sono ora corso, avviate nell’ambito del wudSIE, basate sulla metodologia del foresight.

 

Primo workshop del progetto di ricerca

 

In cosa consiste questa metodologia del foresight?

Consiste nella costruzione di scenari futuri plausibili, a partire da dati tra cui di trend, che ci danno un’immagine di ciò che potrebbe essere tra 20/30 anni, per i quali occorrerà essere preparati mettendo in atto oggi, anticipatamente, le migliori azioni per rispondere adeguatamente a questi scenari. Nell’ambito del wudSIE, il foresight sarà protagonista di un progetto che nasce da un team multidisciplinare appositamente creato, coordinato da Alessandro Augusto, Strategic foresight evangelist della società Skyrunner che è nostra partner nel wudSIE.

 

E con l’11 novembre avrà termine il WUD World Usability Day 2021?

L’evento terminerà il giorno stesso, ma in realtà sarà solo una tappa importante ma non finale del processo di ricerca, perché si continuerà, con la metodologia del foresight, a costruire scenari futuri e identificare bisogni e soluzioni correlati a questi scenari, per arrivare nella primavera 2022 con la pubblicazione completa dei risultati della ricerca.

 

Parlare di cure domiciliari è senz’altro un tema interessante per molti di noi, ma anche per le imprese del settore della sanità…

Non solo, il tema ha un ampio interesse anche al di fuori di quello immediato delle imprese operanti nella sanità in Italia.

Il tema delle cure domiciliari è legato a tanti aspetti e quindi a tante categorie di prodotti e servizi. Si pensi all’arredamento della casa, al quale le tecnologie di raccolta dati e monitoraggio della salute dovranno integrarsi, o alle professionalità da sviluppare perché evidentemente non si tratta soltanto di portare nelle case le competenze di un infermiere preparato per operare in una struttura pubblica. Anche il sistema dei trasporti e quelli di comunicazione dovranno essere allineati alle nuove modalità di interazioni.

Per questo occorre costruire scenari futuri completi, accurati, plausibili e auspicabili, servendosi della metodologia del foresight perché possono essere alla base di processi decisionali, e quindi le imprese possono mettere in atto delle strategie già oggi, per arrivare a essere pronte per quel momento fornendo servizi e prodotti adeguati a esigenze che oggi ancora non esistono ma che siamo in grado di “disegnare” anche solo in bozza.

 


 

Contributor: Gianluca Landone