In questa seconda e ultima parte di “La ricerca sulle cure domiciliari oltre il World Usability Day”, dopo l’intervista con Federica Masci, proseguiamo intervistando Alessandro Augusto, corporate business advisor e strategic foresight evangelist di Skyrunner srl.

 

Alessandro, di cosa ti occupi?

Sono consulente d’azienda e business designer. In particolare, negli ultimi anni ho potuto implementare la progettazione a medio/lungo termine. Lavoro in partnership con Skyrunner, società di consulenza specializzata in advanced design.

 

Cosa è l’advanced design?

L’advanced design è una forma complessa di design che prende in considerazione tutti gli aspetti dell’azienda e, pertanto, ha un impatto rilevante non solo nella progettazione ma anche sull’organizzazione.

 

Qual è stato il ruolo all’interno di wudSIE?

Per Skyrunner seguo l’area dello Strategic Foresight, una metodologia fortemente complementare a quelle utilizzate nell’ambito di wudSIE.

Ciò che ho fatto è stato quindi portare la metodologia dello Strategic Foresight, che non appartiene prettamente all’ambito dell’ergonomia, nel wudSIE.

 

Ci puoi dire qualcosa di più sullo Strategic Foresight?

Si tratta di un metodo di progettazione a lungo termine, nato per aiutare i decision maker nelle loro scelte, mediante l’elaborazione di scenari futuri e l’identificazione dei possibili contesti nei quali andranno ad operare.

Elaborando scenari futuri diventa possibile, per aziende, istituzioni e governi, l’identificazione di uno scenario preferibile, cioè il mondo nel quale vorrebbero “vivere”, e quali sono i passi da compiere fin da oggi per raggiungere quello scenario desiderabile.

 

E quale è stato il contributo di una metodologia come lo Strategic Foresight nel wudSIE?

Il focus del progetto sono state le cure domiciliari, e lo Strategic Foresight ha consentito di identificare meglio il mondo futuro che si prospetta.

L’applicazione dello Strategic Foresight nell’ambito della ergonomia ha permesso, all’interno del progetto, di integrare questa metodologia con lo Human-centered Design e di porre maggiore attenzione alle persone, quali protagoniste degli scenari elaborati.

 

Parlando di cure domiciliari, qual è stata la maggiore sfida?

Viviamo un momento particolare e le cure sono diventate un argomento ancora più delicato, perché con la pandemia sono emersi diversi aspetti critici, in particolare connessi all’aspetto della distanza.

Occorre allora ragionare su come la tecnologia possa intermediare su questo aspetto critico, la distanza, al quale non siamo abituati.

Un orizzonte d’indagine di medio-lungo periodo ha permesso, altresì, di rapportarsi al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ossia in quell’orizzonte che è stato definito dal più ampio documento Next Generation EU. Abbiamo voluto avere un’attenzione alle future generazioni, partendo dal mondo presente, pensando a chi dovrà decidere ed operare in quel contesto.

Abbiamo cercato, però, di rendere lo Strategic Foresight più “umano”, perché se parliamo di cure domiciliari, ci riferiamo ad esseri umani che ricevono cure e che forniscono cure, sia pure con l’ausilio della macchina.

Un tema fortemente impattante, onnicomprensivo e di grande attualità.

 

 

Quali sono stati i risultati raggiunti nel tuo tavolo di lavoro in wudSIE?

È stata una sperimentazione proficua.

L’11 novembre è stato presentato il lavoro di un gruppo di ricercatori che ha avviato un dialogo strategico, e identificato degli scenari futuri e, quindi, uno scenario preferibile, grazie anche ai feedback del tavolo parallelo (Human-centered Design).

Quanto abbiamo presentato è un risultato intermedio, perché il progetto complessivo prevede un ulteriore avanzamento.

 

Come proseguirà la vostra ricerca?

Lo step successivo, in corso, è quello che applica un approccio multidisciplinare, coinvolgendo persone esperte nei vari ambiti e sottoponendo loro il lavoro fatto.

Infatti, gli scenari futuri identificati si collocano in un mondo futuro, e il mondo è sempre la manifestazione di un sistema complesso, che può essere valutato sotto molteplici ambiti di osservazione: quello economico, quello politico, quello ambientale, quello sociale e quello tecnologico.

Per questo abbiamo applicato un approccio multidisciplinare, coinvolgendo persone esperte nei vari ambiti e sottoponendo loro il lavoro fatto.

 

Come si è realizzato questo approccio multidisciplinare?

Avevamo bisogno di un approccio inter-disciplinare per integrare diverse specificità e discipline, e lo abbiamo fatto coinvolgendo degli esperti, chiedendo quindi un parere a persone che affrontano da anni specifiche tematiche.

Questo per chiarire a noi stessi quali sono gli obiettivi desiderabili da raggiungere, e non solo lo scenario che preferiamo. E anche per chiarire quali sono i passi che è meglio compiere affinché, anche qui coinvolgendo gli esperti, si garantisca che quello scenario si verifichi.

Questa primo lavoro con gli esperti è stato però solo un “antipasto” metodologico, in quanto proseguiremo mantenendo sempre questo approccio inter-disciplinare.

Cominceremo ora a sottoporre i risultati raggiunti ad un panel di esperti, per giungere col loro feedback a costruire una dettagliata roadmap per il raggiungimento degli obiettivi.

 

Una volta completato il progetto, cosa si sarà ottenuto?

Potremo presentare a Lucca, nel congresso della SIE Società Italiana di ergonomia, i lavori completati, e fornire degli elementi a chi deve decidere, ovvero ai decision-maker del Sistema Sanitario Nazionale o, più in generale, a tutte le realtà (comprese le aziende) che opereranno in quel contesto.

Non saremo noi a stabilire ciò che deve essere fatto, ma intendiamo aprire un dibattito con tutti gli stakeholder, di modo da fornire elementi utili e concreti, evidenziando i possibili impatti del nostro agire: credo che questo sia lo scopo più alto del wudSIE.

 

Venendo alle aziende, come questi elementi che il progetto avrà sviluppato potranno essere di loro interesse e utilità?

Il focus di wudSIE è sulla sanità, e quindi ci rivolgiamo ad aziende che operano in un settore ben preciso.

Aziende che guardano al futuro, e che hanno bisogno di progettare l’innovazione perché un’azienda non si ferma mai in un mondo in continuo cambiamento.

Però l’innovazione si fa a piccoli passi, seppure con direzioni precise, e allora è molto utile capire verso dove il mondo sta andando, perché è lì che vanno di conseguenza anche i mercati e i clienti, ed è lì che verranno lanciati i nuovi prodotti e servizi.

Disporre di scenari futuri è un’informazione molto importante per le aziende, perché sarà un punto di partenza per focalizzare ulteriormente la propria attività, senza aspettare che siano gli altri ad influenzare il mercato, ma guardando avanti e partecipando attivamente, creando nuove opportunità, da protagonisti del cambiamento.

 

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Contributor: Gianluca Landone